Asd Sporting Celle – Asd Pisciotta Calcio 2022

Risultato finale 1-2 (Inverso, Caramuta)

Voto alla squadra 9: le emozioni che regala questo gruppo di amici non ha eguali, almeno per quanto mi riguarda. Non esiste gioia più bella di esultare insieme ai nostri biancoverdi di fiducia, anche se da fuori. Quante volte io e il mio collega vorremmo correre in diretta ad abbracciare uno per uno i fautori di tanta passione, ma dobbiamo accontentarci del dopo.

Il campo di Celle ormai è dispensatore di gioia infinita per la compagine pisciottana, ma ogni buona gioia passa per la sofferenza più cupa.

Un primo tempo che è un inno all’equilibrio. Si è costantemente sul filo e il primo a cadere giù è proprio il gruppo di mister Lucia. Una punizione dal limite, dubbia per usare un eufemismo, che il regista avversario deposita in rete con precisione e potenza.

1-0 negli scampoli finali. Taglierebbe le gambe a molti.

Si riparte nel secondo tempo lancia in resta ed elmetto sospinto sul capo. Una aggressione alta senza eguali. Una foga unica. Una passione che esce da tutti i pori.

Il Pisciotta, oltre le assenze gravi e le sfortune, oltre le invidie di chi diceva che si era destinati all’ultimo posto, prende in mano il suo destino e annienta le coscienze sportive avversarie.

Due goal bellissimi. Due prodezze messe lì a suggellare un’altra impresa che è già nella storia di questi colori gloriosi e di tradizione, anche se molti fanno fatica spesso ad ammetterlo.

L’urlo collettivo è all’unisono, il carosello umano si unisce anche fuori casa omaggiando quei tifosi temerari che hanno respirato l’aria gelida del Monte Bulgheria che ancora una volta saluta una affermazione epica del Pisciotta.

Il dopo è una festa, con la cenetta tutti insieme. Lo sarebbe stata comunque perché lo spirito di gruppo che ha questa squadra (con inevitabili e fisiologici momenti di discussione) non lo ha nessuno in questi lidi.

Complimenti ragazzi e grazie.

Cappuccio Giuliano 7,5: quando il giocatore del Celle scaglia un tiro dai 30 metri nel primo tempo, nulla fa presagire che la sfera possa infilarsi in fondo al sacco. Nessuno lo immagina. Cappuccio però, che vede ponti di Brooklyn laddove altri solamente un dismesso ponticello tibetano, sa già che quella palla scenderà pericolosamente vicino all’incrocio. Ha già chiaro nella scansione del suo cervello come intervenire. Presto detto: tutto alla sua destra e palla allungata in angolo. Un miracolo sportivo che richiama alla mente quello dei grandissimi portieri della storia. Sul calcio di punizione cerca di allungarsi, ma francamente era impossibile fare meglio. Un altro paio di interventi non facili e tanta sicurezza nell’ordinario fanno da corollario per la sua ottima prestazione. Saracinesca.

Cutrì Vito 7,5: quanto bello è avere nello schieramento iniziale la difesa titolare? Emozionante direi. Cutrì, che molti sospettano sia un vero e proprio terzino destro, si piazza nella zona di competenza anche se l’abitudine lo richiama spesso centrale e a volte sembra quasi che la linea difensiva sia a 3. Spinge quando può e difende come sa, respingendo a più riprese gli avanti del Celle che, soprattutto nel primo tempo, dalle sue parti passano spesso e volentieri. Qualche sofferenza è da mettere in conto. Non si scompone, nonostante l’ondata casalinga sia a tratti impetuosa. Rimane sul pezzo, sbuffa, respinge, riparte. Raccoglie il premio di tanto sforzo nella ripresa, in cui è più libero da compiti di attesa e si spinge spesso all’arrembaggio. Sembra divertirsi un mondo e noi ci divertiamo insieme a lui. Martello pneumatico.

Serra Damiano 7,5: il ritorno del guerriero al centro della difesa. E’ così importante per gli equilibri pisciottani che fa traslocare Cutrì a destra. La linea difensiva, a mio avviso, è perfetta così. Serra si mette a dispensare il suo football fatto di anticipi, interventi decisivi, impostazione del gioco, grinta in dosi industriali. E’ presente sulla scena di uno dei due goal con un lancio in avanti che sembrava perso nel vuoto e che invece era indirizzato lì davanti con uno scopo preciso. Il calcio di punizione provocato dal quale nasce il goal del vantaggio del Celle sembrava più un anticipo pulito e decisivo, ma l’arbitro ha optato per altro. Rimane il dubbio forte. Con Serra al centro, non si può temere nulla, sappiatelo. Muraglia cinese.

Supino Angelo 8: l’invenzione al servizio della squadra, se ce n’è una. Vi spiego. Il suo passaggio al centro della difesa è stata una delle cose migliori che ho visto in questi anni di football dilettantistico. Sembra nato, tagliato, fatto e finito per questo ruolo. Nella vita spesso bisogna solamente trovare la propria dimensione per dare il massimo, tanti purtroppo non riescono a fornire il meglio perché impossibilitati, ingabbiati magari in ruoli che non gli competono. Vale nel calcio, vale nello sport, vale nella vita. Supino dispensa calcio come se non ci fosse un domani. E’ un distributore di cose belle, le elargisce a piene mani e lo fa gratuitamente. L’unica cosa che chiede è il sorriso dei compagni e dei tifosi. Con quel sinistro può fare quello che vuole, in qualunque momento della partita, ma una volta tanto mi restano nella mente gli ultimi 10-15 minuti di gara, laddove il cavallo biondo spazza via con foga e forza ogni palla che arriva pericolosamente dalle sue parti. Difensore vecchio stampo per una sera. Camaleontico.

Petrone Antonio 7: il magnifico Petrone continua nel suo incedere sicuro e terrificante (per gli avversari). La fascia sinistra ormai è di sua esclusiva competenza e lui non perde occasione di dimostrare la sua bontà calcistica.

Nel primo tempo l’azione si sviluppa spesso a destra, ma lui quando prende palla qualcosa inventa sempre. Si piazza davanti all’avversario in fase difensiva facendo valere la sua abilità di gambe e tecnica, elementi che non gli hanno mai fatto difetto.

Sottolineavo in cronaca come Petrone sia cresciuto esponenzialmente quest’anno, così come un altro paio di elementi della rosa. Eh beh, posso dire con certezza che la crescita continua e ci sono vari e ampi margini di miglioramento ancora.

Nel secondo tempo è costretto ad uscire perchè un avversario lo colpisce alla testa, aprendogli il sopracciglio e facendo sgorgare il sangue. Niente di grave. Potrà dire un domani di aver dato il sangue per il Pisciotta. Talento.

Inverso Armando 8,5: Lo avevo detto? Si, lo avevo detto. Più di una volta tra l’altro. Il buon Inverso dispone di un innato senso dell’inserimento in area, me ne ero accorto già dalla prima partita stagionale giocata. Ero sicuro che prima o poi avrebbe sporcato il suo tabellino. Non sapevo che ciò sarebbe avvenuto in una partita del genere, in un momento chiave. Non pensavo avrebbe realizzato una marcatura così bella e decisiva.

Il suo stupore è anche il nostro. Dopo l’inserimento perfetto, alla Davide Frattesi, il buon Carmando, incredulo, non sapeva neanche come esultare. Girava per il campo come un drogato, ma io lo so che lui era semplicemente ebbro di felicità. Non credeva ai suoi occhi. La gioia gli usciva dal petto.

Sobrio anche nella sua esultanza così come sobrio è nella vita.

Una scoperta vera e propria per la comunità pisciottana, della quale lui ormai è figlio adottivo vero e proprio, una scoperta come amico.

La sua partita? A parte il goal tanta quantità, recuperi palla, impostazione bassa e inserimenti. Partitone insomma, tanto che senza goal il suo voto si sarebbe mantenuto altissimo lo stesso.

Magnifico.

Cutrì Roberto 9: Beckenbauer, cosa ci fai in un campo di periferia in una serata di fine inverno?

Per la sua prestazione ho solo in mente due parole: MAMMA MIA.

Gli piazzano il 10 sulle spalle, il numero dei grandi. Non si scompone, anzi si carica a pallettoni da caccia al cinghiale. Fa fuoco su avversari e fa breccia nei cuori della gente.

Veniamo al dunque. Davanti alla difesa è semplicemente insuperabile, inossidabile, immarcescibile.

Ha il dono naturale di comprendere l’andamento della partita e di rallentare e accelerare come un novello macchinista di treni. Ha il peso della squadra sulle spalle e sono larghe a sufficienza per sostenerlo.

Il mio personale abaco per i palloni recuperati e giocati ad un certo punto ha dovuto fare i conti con l’esaurimento perché il numero era troppo alto per tenerlo aggiornato.

Intanto che si esibiva da carraramto navigato, dalla nostra postazione si godeva. Eh si, si godeva perché noi amiamo il calcio e quando un giocatore del genere riesce a fare tutta la differenza del mondo, ammaliando avversari e tifosi, siamo pronti a levarci il cappello.

A mio avviso, e molto modestamente lo dico, questa è una delle top 3 partite della sua carriera. Sublime.

Cammarano Davide 7,5: scappa via che è una bellezza, come se fosse rincorso da qualcuno. Scherzi a parte, è sempre un fattore, in ogni cosa che fa. Spesso tentano di raddoppiarlo e triplicarlo. Niente da fare, baby. Esce palla al piede da un dedalo di gambe che è un piacere vederlo all’opera.

Parte a destra, poi a sinistra, corre e sterza, taglia, si sacrifica in difesa anche se non è il suo compito principale di oggi.

Alla sua partita magnifica manca solo l’aggiunta di un assist vincente o di un goal perché tanto sforzo e tanto volume di gioco meriterebbe la presenza nel tabellino.

Pazienza, nel tabellino non appare, ma appare indubbiamente nei nostri cuori e nei nostri occhi.

Si fa male, e per il Pisciotta piove sempre sul bagnato. Sperando che non sia niente di grave, ovviamente. E’ troppo importante per questa compagine. Saetta.

Mourad Hassibou 7: con i due in mediana a proteggere la difesa anche il buon Mourad si vede libero e indipendente. Fa da raccordo tra la punta e il centrocampo e si inserisce molto di più in area. Sembra felice insomma di giocare in quella posizione da vero e proprio rifinitore. Porta a termine un primo tempo di grande sostanza, miscelando quantità e qualità. Recupera palloni e li smista tentando spesso la giocata verticale, che lui come pochi altri, ha in questa compagine. Dopo un po’ però è costretto ad uscire perché il muscolo gli ricorda che anche lui è umano. Speriamo non sia niente di grave perché Mourad per questa squadra è fondamentale, un vero e proprio ago della bilancia. Sgusciante e costante.

Caramuta Aniello 9: ad un certo punto della storia Il Caramuta decise di entrare a gamba tesa nella Leggenda.

Per fare ciò però bisognava prendere il proprio cuore e buttarlo oltre l’altissimo ostacolo che il fato aveva presentato di fronte.

Quel Caramuta di un Caramuta si fermò, chiuse un attimo gli occhi come per concentrarsi ed ebbe una percezione, un presagio.

Bisognava, per scrivere la Leggenda, dare un pallone perfetto sulla fascia destra e inserirsi in area di rigore, attendendo il corso degli eventi.

Così fece Il Caramuta. Donò un pallone con contagiri all’altro uomo del destino, Di Blasi, e poi restò fermo ad aspettare sul bordo del fiume.

Così come nelle storie a lieto fine, la sfera fece dei giri immensi e poi tornò docile nei piedi del Caramuta, che non esitò per un istante e tuonò in rete con la potenza infinita che madre natura gli aveva donato fin dal momento della nascita.

Fu l’apoteosi.

Stop di petto a seguire come se non ci fosse un domani, questo è quello che rimane ai posteri oltre alla prodezza. Eleganza in persona.

Mautone Francesco 8: questa tattica, il 4-2-3-1, finora ha portato 3 vittorie e un pareggio. Tabellino quasi perfetto.

La cosa più importante però è che questo schieramento ha fatto svoltare il Pisciotta soprattutto sotto il piano del gioco e fornito sul piatto d’argento una crescita personale che nelle ultime partite è stata impetuosa.

In mancanza di Capitan Cappuccio e bomber Vito Mautone, il buon Frank ha dovuto fare un lavoro immane, ovvero prendersi sulle spalle tutta la fase offensiva del Pisciotta.

Commovente là davanti mentre i centrocampisti offensivi si intersacambiano continuamente le posizioni creando gioco, lui si barcamena contro due, tre avversari alla volta, uscendo spesso vincitore dalla contesa.

E’ sulla scena del goal decisivo laddove riesce con la sua esperienza a indurre l’avversario in errore e dopodichè a mettere una sponda perfetta per il giovane Fedullo che poi la darà a Caramuta con tutto il seguente, che ben sappiamo.

La sua immagine defilata ad attendere il corso degli eventi dopo il lavoro sporco e decisivo, mi rimane nella mente e nel cuore. Decisivo.

subentrati: Agresta Vincenzo 7: dentro per sostituire degnamente l’infortunato Petrone. Dopo l’avventura ben porta a termine dello scorso weekend, in cui giocò nei tre dietro la punta, si piazza a sinistra, nella sua posizione primitiva di terzino ed è concreto, attento, centrato. Deve difendere e lo fa con puntualità e precisione. Palla in tribuna se serve. Attaccamento alla maglia e professionalità, sempre e comunque. Resta uno dei capisaldi di questo Pisciotta, anche partendo dalla panchina. Importante.

Fedullo Aniello 8: junior Fedullo entra in campo in un momento così complesso, col risultato in bilico, con gli avversari col coltello tra i denti. Quando sei un talento però non hai niente da temere.

Si piazza sul centrosinistra e inizia a creare gioco, a far sgusciare le sua gambette agili e giovanili. Cresce impetuosamente nel corso della sua partita fino al momento del goal decisivo.

E’ sulla scena finale, nel pieno dell’azione, al centro di tutto. Riceve la sponda da Mautone, controlla col sinistro e in una frazione di secondo, sempre con quel magico piede, serve Caramuta che poi avvierà e rifinirà l’azione.

Una giocata che solo i talenti possono portare a termine.

Ha margini di crescita mastodontici. Spettacoloso.

Di Blasi Gaetano 8: deve entrare presto in campo a causa dell’infortunio di Mourad. Il biondo è una garanzia, ma lo abbiamo sempre detto e sempre lo diremo. Sembra un Darmian della terza categoria, giocatore di una sostanza e sicurezza e soprattutto serietà che ogni compagine dovrebbe avere.

Entra e ci mette subito il fisico dettando la profondità, facendo allungare la squadra in avanti, scappando sulla destra.

Un paio di cross perfetti fanno da antipasto per quella che sarà l’azione decisiva. Si inserisce in area e sullo scarico di Caramuta costringe l’estremo difensore alla respinta corta sulla quale poi Caramuta si avventa come un avvoltoio. Rappesentante del vero Football.

mister Marco Lucia 8,5: il voto va a lui e anche al suo partner di eccezione, Capitan Cappuccio che a causa del grave infortunio si è riciclato come assistente Coach.

Mister Lucia, a causa degli infortuni che continuano a fioccare (ieri altri 3) deve ogni weekend inventarsi una formazione nuova, ma ieri una volta tanto ha disposto della difesa titolare e la differenza si è vista.

Dal 4-2-3-1 ormai non si deroga più. 3 vittorie e un pareggio nelle ultime 4 d’altronde marchiano a fuoco le scelte giuste del coach.

Gli uomini però vengono prima di tutte le tattiche del mondo e quegli uomini adesso stanno facendo di nuovo rete, uniti in un unico abbraccio.

L’esplosione di gioia sul goal del 2-1 finale certifica tutto ciò. Tattico e stratega.